Nuove richieste per un piano industriale UK per attirare investimenti e riparare i danni della Brexit
Il richiamo per un rinnovato piano industriale del Regno Unito per attrarre investimenti e riparare i danni della Brexit è stato fatto dall’organizzazione manifatturiera, Make UK. L’organizzazione ha avvertito che senza una strategia coordinata focalizzata su tecnologia, robotica, rinnovabili e formazione, il Regno Unito rischia di perdere miliardi in investimenti stranieri.
Make UK sta ancora una volta sollecitando il governo, in particolare il Partito Laburista, a dare priorità allo sviluppo di un piano industriale che non solo attirerà gli investimenti molto necessari, ma affronterà anche le conseguenze negative della Brexit. Stephen Phipson, il capo di Make UK, ha sottolineato l’urgenza di questa strategia industriale, affermando che è cruciale per il futuro dell’economia del Regno Unito.
Importanza di un piano industriale chiaro
In un incontro con il cancelliere Rachel Reeves, Phipson ha evidenziato le preoccupazioni dei capi esecutivi internazionali che esitano ad investire nel Regno Unito senza un chiaro piano industriale. Ha sottolineato l’importanza di fornire certezza e direzione ai potenziali investitori per garantire il loro impegno nel mercato britannico.
Phipson, che rappresenta importanti aziende come Rolls-Royce, Siemens, Airbus, Tata, Jaguar Land Rover e altre, ha evidenziato gli effetti dannosi dell’accordo di commercio e cooperazione Brexit negoziato da Lord Frost. Lo ha descritto come “terribile” e un “disastro” per le prospettive industriali del Regno Unito, attribuendo le carenze agli errori fondamentali del precedente governo Tory.
La necessità di una strategia industriale ambiziosa
Secondo Phipson, al Regno Unito è mancata una strategia industriale ambiziosa dal 2010, quando sono stati istituiti i Catapult Networks per supportare la ricerca e lo sviluppo in ambito manifatturiero. Sebbene siano stati fatti sforzi nel 2017 per estendere la rete, Phipson ha affermato che l’approccio del governo attuale, sotto Kwasi Kwarteng, è stato insufficiente nel fornire la necessaria certezza e sostegno per il settore manifatturiero.
Nonostante gli impegni del Regno Unito per la transizione all’energia rinnovabile, Phipson ha evidenziato le prestazioni in ritardo del paese nell’utilizzo di robot e la mancanza di infrastrutture come le fabbriche di batterie. Ha sottolineato la necessità di una strategia globale che affronti la formazione delle competenze, lo sviluppo dell’infrastruttura e il supporto all’innovazione per garantire che il Regno Unito rimanga competitivo nel mercato globale.
Di fronte alle sfide poste dalla Brexit, Phipson ha sottolineato l’importanza di importanti riforme nelle politiche manifatturiere e commerciali. Ha sottolineato che l’assenza di disposizioni chiave, come i termini di “cumulo diagonale” nell’accordo sulla Brexit, ha ostacolato la produzione transfrontaliera e minato la competitività delle imprese britanniche nel mercato dell’UE.
Richiesta di un approccio olistico
Mentre il Regno Unito subisce una significativa transizione per raggiungere i suoi obiettivi climatici, Phipson ha chiesto un approccio olistico che affronti il divario di competenze, investa nell’infrastruttura e promuova l’innovazione in settori chiave come l’energia rinnovabile. Ha sottolineato la necessità di un piano industriale chiaro e coordinato in grado di attirare investimenti, promuovere la crescita e consolidare la posizione del Regno Unito come leader globale nella produzione e tecnologia.
In conclusione, le rinnovate richieste per un piano industriale del Regno Unito riflettono l’urgente necessità di una strategia globale che affronti le sfide poste dalla Brexit e posizioni il Regno Unito per il successo in un’economia globale competitiva. Dando la priorità alla tecnologia, alla robotica, alle rinnovabili e alla formazione, il Regno Unito può sfruttare i suoi punti di forza e attirare gli investimenti stranieri necessari per guidare la crescita economica e l’innovazione.